Agriturismi veneti, stanze piene con il ritorno dei turisti stranieri

di Laura Lorenzini

Più turisti stranieri che italiani. L’estate 2021 degli agriturismi torna a sorridere grazie al ritorno della clientela dal Nord Europa che l’anno scorso, con la pandemia appena esplosa, aveva disertato le vacanze in Italia. È la fotografia di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura, effettuata sulle strutture agrituristiche delle sette province regionali. Quest’anno, dopo un avvio di stagione incerto a causa del maltempo e delle incertezze sull’andamento vaccinale, le stanze hanno cominciato a riempirsi un po’ ovunque e anche per agosto le prenotazioni sono numerose. Nonostante la risalita della curva epidemiologica e le possibili restrizioni legate al green pass ad oggi non si registrano disdette.

“Dopo un 2020 disastroso, con poche presenze e un turismo soprattutto di prossimità, quest’anno torniamo a respirare un’aria internazionale – commenta Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova ) – . L’estate era partita con molta prudenza e poche prenotazioni, ma il bel tempo e il ritorno alla socialità dopo mesi di lockdown hanno chiamato da luglio l’arrivo della clientela straniera che sembrava perduta. Da una ricognizione sulle sette province venete c’è un’alta presenza di turisti da Germania, Austria, Olanda, Danimarca e Svezia, in particolare famiglie che scelgono l’agriturismo in quanto posto salubre, con ampi spazi all’aperto in mezzo alla natura e lontani da assembramenti. Il livello di apprezzamento è alto sia per la qualità delle nostre strutture, sia per la professionalità degli operatori, che seguono scrupolosamente le norme sull’igienizzazione e il distanziamento. Anche per agosto registriamo molte prenotazioni, con richiesta di appartamenti, degustazioni di prodotti tipici e ristorazione in loco, oltre a tour, passeggiate e attività per bambini. Se l’andamento continuerà ad essere quello attuale, potremo definirci soddisfatti”.

Le incertezze legate al diffondersi della variante Delta e agli obblighi futuri legati al certificato verde non stanno, per ora, influendo sugli arrivi. “I turisti stranieri sono tutti dotati di green pass – riferisce Granata -, quindi l’eventuale obbligatorietà non ci preoccupa, almeno finché siamo in estate. Chiaramente si vive giorno per giorno e si sta a vedere che cosa succede, anche in base all’andamento dei contagi in Italia e all’estero. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, purché non ci si carichi di responsabilità che non abbiamo: siamo imprenditori, non agenti di pubblica sicurezza”.

Alessandro Tebaldi, presidente di Agriturist Verona, è moderatamente ottimista. “Nel Veronese la situazione varia molto da zona a zona – spiega -. Stanno lavorando di più gli agriturismi che si trovano nelle zone isolate, come l’aperta campagna, probabilmente perché la gente cerca spazi il più possibile aperti e sicuri. Comunque da metà luglio sta andando decisamente meglio, con tanti turisti in arrivo dal Nord Europa. Abbiamo perso però gli inglesi, che hanno disdettato dopo la sconfitta agli Europei, e gli israeliani, alle prese con la pandemia. Per agosto abbiamo parecchie prenotazioni, anche se però stanno cominciando ad arrivare telefonate con richieste di informazioni sul green pass, o sulla possibilità o meno di andare fuori a cena. Segno che sta crescendo la preoccupazione per la situazione alquanto incerta”.

Si allinea Alberto Sartori, titolare della Tenuta La Pila a Villa Bartolomea: “Siamo quasi al completo e abbiamo prevalentemente stranieri, anche con soggiorni abbastanza lunghi. Sono tutti vaccinati e all’arrivo ci mostrano il green pass, ma sono prudenti e, sebbene esprimano il desiderio di andare sul lago o di visitare le città d’arte, se possono rimangono in agriturismo per la cena. L’orientamento è di stare tranquilli, in mezzo al verde, socializzando con gli altri ospiti. Abbiamo ripreso anche con i matrimoni, però le prenotazioni stanno fioccando soprattutto per l’autunno e il 2022, come se ci fosse un arretrato da smaltire presumibilmente in tempi migliori. Da un anno e mezzo non si vedono più, invece, cresime e comunioni. Anche se va meglio siamo comunque lontani dai tempi pre Covid, perché non si vive di un mese e mezzo di turismo, ma serve una continuità nell’arco dell’anno”.

 

 

Scritto da: Laura Lorenzini