Carbon farming, agricoltori pronti ad affrontare le sfide del futuro

di Laura Lorenzini

“Il carbon farming sarà solo l’inizio di un percorso più ampio che porrà le aziende agricole al centro dei processi di rigenerazione del Paese”. Così si è espresso Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, al convegno “Carbon Farming: un’opportunità per le imprese e per l’ambiente”, organizzato dall’associazione agricola a Veronafiere.

L’agricoltura è pronta ad affrontare le sfide del futuro, ha spiegato Giansanti, con le imprese sempre più protagoniste della transizione verso modelli produttivi che possano preservare le risorse naturali, mitigando gli effetti dei cambiamenti climatici. “Due terzi della superficie italiana sono sotto il controllo degli agricoltori – ha sottolineato il presidente – e le nuove generazioni sono sempre più attente al fattore ambientale nelle produzioni, con modelli commerciali che diventeranno vincenti. Nel prossimo futuro, il reddito degli imprenditori agricoli non deriverà più soltanto dalla produzione di cibo, ma anche da energia rinnovabile e dalla loro capacità di trattenere carbonio nei terreni. Ora occorre che le amministrazioni e la ricerca supportino gli agricoltori per raggiungere questo obiettivo, – ha concluso Giansanti – affinché siano pronti quando verranno definite le regole sul carbon farming a livello europeo”.

Ha aggiunto Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: “Tutti gli imprenditori agricoli stanno vivendo grosse difficoltà economiche. Dare la possibilità agli agricoltori di utilizzare  i terreni come serbatoio di accumulo di carbonio diventerà fondamentale sia per la sostenibilità ambientale, sia per il bilancio delle aziende”. carburante e di fertilizzanti, che possono essere ridotti grazie a nuove tecniche, come le mappe di prescrizione”. L’agricoltura di precisione avrà effetti importanti anche sulla capacità di trattenere carbonio secondo Nicola Gherardi, componente di giunta di Confagricoltura, “consentendo importanti risparmi, ad esempio sul consumo di carburante e di fertilizzanti, che possono essere ridotti grazie a nuove tecniche, come le mappe di prescrizione”.

Andrea Vettori, membro del Gabinetto commissario ambiente Ue, ha rimarcato che l’Europa sta subendo perdite significative a causa della crisi ecologica e climatica: “Stiamo assistendo a una siccità drammatica nella Penisola iberica e, se continuerà il surriscaldamento globale, un terzo dell’Europa arriverà a soffrire di scarsità d’acqua. Bisogna urgentemente ripristinare gli ecosistemi danneggiati con la riduzione delle emissioni. Saranno necessari incentivi finanziari per l’aiuto alla transizione ecologica, con sistemi premianti per chi adotta la pratica del sequestro di carbonio”.

In attesa, entro fine anno, della proposta da parte della Commissione europea di una regolamentazione del mercato dei certificati di carbonio, il mondo della ricerca è al lavoro. A partire dal Crea, che ha annunciato di portare avanti progetti per la quantificazione della capacità di stoccaggio e immagazzinamento nel suolo.  Di questo si sta occupando anche il Pefc (Programme for the Endorsement of Forest Certification schemes) che, con Confagricoltura e altri interlocutori scientifici, ha avviato il progetto Life C-Farms, coordinato da FederlegnoArredo, per la misurazione del carbonio con particolare riferimento ai seminativi, alla pioppicoltura e agli allevamenti.

Occorre puntare su un’agricoltura rigenerativa, basata su tre principi: copertura permanente del suolo, lavorazione minima del terreno e diversificazione delle colture. Per fare questo sono necessari i dati e questi, al momento, – affermano gli esperti – scarseggiano. Per superare questo gap l’Università di Teramo e l’Università di Padova hanno in corso degli studi con l’obiettivo di ricavarne modelli scalabili a livello nazionale.

Vannia Gava, sottosegretario di Stato del ministero della Transizione ecologica, ha ricordato che in cammino deve essere graduale: “Dobbiamo tutelare l’agricoltura italiana – ha detto – accompagnando le imprese nel percorso verso la transizione ecologica. In questo momento drammatico, con la guerra in Ucraina e i costi energetici alle stelle, guai a fare passi più lunghi della gamba”. Infine la parola è passata alle imprese, con esperienze e progetti raccontati da Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza, Antonio Brunori, segretario generale Pefc Italia, Barbara Degani, Ceo GreenGo consulting e Nicola Gherardi, giunta di Confagricoltura.

Scritto da: Laura Lorenzini