Latte, costi delle materie prime in forte rialzo e prezzi in calo

di Laura Lorenzini

Prezzi in calo e costi in aumento. Dopo un 2020 in cui il mercato è stato segnato fortemente dalla pandemia, il settore lattiero caseario torna in affanno a causa dei prezzi di produzione lievitati notevolmente e alle quotazioni del latte che sono nuovamente in discesa a causa dell’emergenza sanitaria e della chiusura pressoché totale del canale Horeca. A ciò va aggiunta la crescente disaffezione dei consumatori verso il latte vaccino – a causa di campagne mediatiche denigratorie e della promozione del consumo di proteine vegetali – con un calo degli acquisti del 5% annuo.

“L’allevamento della vacca da latte a Verona sta subendo l’ennesima crisi che, rispetto alle precedenti, è certamente più grave perché somma un prezzo assolutamente inadeguato con dei costi per l’alimentazione lievitati a livelli mai visti”, sottolinea Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona. “In particolare sono in forte rialzo i prezzi delle materie prime impiegate nell’alimentazione del bestiame, come soia e mais, e dei fertilizzanti. Per converso le quotazioni del latte sono insoddisfacenti, dato che i 36-37 centesimi al litro che ci vengono pagati fanno rimpiangere i prezzi del latte di 25 anni fa, quando il prodotto veniva pagato attorno alle 800 lire al litro con dei costi inferiori. A questo dobbiamo aggiungere i pregiudizi vegani e animalisti  che mettono all’indice gli allevatori come inquinatori, utilizzatori di farmaci proibiti e maltrattatori degli animali, portandoci ogni giorno a porci la domanda se proseguire o no con le nostre attività, oppressi come siamo da uno stato debitorio sempre più grave”.

“L’allevamento della vacca da latte nel Bellunese sta vivendo un momento di apprensione a causa dei costi per l’alimentazione lievitati a livelli mai visti, causate da speculazioni internazionali”, aggiunge Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno. “A darci preoccupazione, inoltre, è l’eccesso di produzione di latte extra dop, che porta a un calo del prezzo sia del latte che dei formaggi. Le dop che soffrono di più sono l’Asiago e il Montasio, venduti sottocosto anche in virtù della concorrenza di prodotti lattiero caseari che nei supermercati e nei discount vengono smerciati con offerte molto vantaggiose per il consumatore. La tendenza è a comprare meno prodotti italiani e di qualità, anche se spesso si sostiene il contrario, a causa del ridotto potere d’acquisto delle famiglie conseguente all’emergenza Covid. In questa situazione anche il mondo della cooperazione fatica a trovare sinergie e strategie comuni per fare in modo che i prezzi tornino a salire”.

Nel Nord Europa la situazione sembra andare meglio, dato che il latte viene pagato di più rispetto all’Italia. “In Germania e Francia rispondono al rialzo delle materie prime e alla perdita di redditività riducendo la produzione del latte – spiega Donazzolo -, mentre da noi le aziende passano da 500 a 1.000 capi credendo che, aumentando le vacche, si possano ridurre i costi. Una convinzione del tutto errata, di cui tutti pagano i prezzi, compreso l’universo lattiero caseario bellunese che, come insegna l’esperienza di Lattebusche, ha introdotto regole molto chiare per evitare la sovrapproduzione di latte. L’auspicio è che le speculazioni non durino più di qualche mese e che nel frattempo il canale Horeca torni a partire a dovere, in modo che tutti i settori a cascata riprendano fiato”.

I dati di Veneto Agricoltura confermano che la pandemia ha segnato fortemente il settore lattiero caseario. Il prezzo annuo del 2020 è stato di 36,5 centesimi al litro, pari a -6% rispetto al 2019. Tra febbraio e giugno c’è stata una contrazione di circa il 10% per alcuni allevamenti collegati a caseifici specializzati nel fresco. Il numero di allevamenti in Veneto è sceso a 3.013 unità, con un -3,7% rispetto al 2019. In calo del 1,5% anche la produzione di Grana Padano nei caseifici veneti, particolarmente accentuata nelle province di Verona e Padova con -5%. e difficoltà del settore zootecnico sono state di recente poste all’attenzione del ministro alle Politiche agricole Stefano Patuanelli da Agrinsieme, il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Copragri e alleanza delle cooperative agroalimentari, che hanno sottolineato l’importanza di un settore che, con un fatturato di 16,5 miliardi di euro, rappresenta l’11,5 % del fatturato agroalimentare.

Scritto da: Laura Lorenzini