Olive veronesi, ottima qualità e rese fino al 24 per cento

Buon bilancio per la raccolta delle olive veronesi, che, nonostante il calo quantitativo del 20-30% già messo in conto a causa della siccità, registrano un’ottima qualità e ottime rese, che in alcune zone raggiungono la ragguardevole percentuale del 24%.

“ La campagna di raccolta 2022 è stata una buona annata – sottolinea Alessandra di Canossa, presidente di settore di Confagricoltura Verona. “Abbiamo risollevato il comparto olio dopo un 2021 da dimenticare, nel quale la produzione era stata vicina allo zero. Gli olivi hanno normalmente una produzione con anni di carica, seguiti da anni di scarica. L’annata 2020 era stata un’annata eccezionalmente positiva, seguita dal 2021 che ha indotto moltissimi produttori a non mettere giù nemmeno le reti per la raccolta. Quest’anno siamo quindi soddisfatti, perché i risultati sono stati sicuramente migliori dell’anno scorso, anche se ancora lontani da annate come il 2020. La quantità, talvolta scarsa, è stata compensata parzialmente da un’ottima qualità e da ottime rese: si parla di percentuali in media vicine al 17%, che in alcune zone arrivano al 20-24%, che sono sicuramente degli ottimi numeri”.

Un elemento importante che non ha giovato alla produzione è stata la siccità. “È stata questa, probabilmente, la causa del fatto che, nello stesso oliveto, alcune piante hanno prodotto molto bene, mentre altre non hanno prodotto quasi nulla – spiega la presidente e olivicoltrice -. Dove, infatti, gli oliveti disponevano di un impianto di irrigazione e di un terreno più argilloso che ha mantenuto meglio l’umidità, la produzione è stata più costante. Dove invece il terreno è più sassoso, la produzione è stata minima.  Così si spiega il risultato a macchia di leopardo. Per quanto riguarda i prezzi, ci sarà un inevitabile aumento, perché su tutta la filiera ci sono stati rincari: dai costi di raccolta, in quanto gli addetti hanno dovuto cercare gli olivi carichi scartando quelli scarichi, e perciò i tempi e quindi i costi per la manodopera sono lievitati; ai costi di molitura, fino ai costi di confezionamento con materiali come vetro, etichette e tappi”.

A conti fatti, secondo Alessandra di Canossa le quotazioni dell’olio attuali saranno comunque inferiori all’effettivo valore dell’olio sul mercato. “Sono certa che il consumatore troverà quest’anno un ottimo prodotto, di alta qualità, bassa acidità, con degli ottimi sentori o profumi ma pur sempre molto ben equilibrato. Un olio frutto del lavoro degli agricoltori, che pazientemente e orgogliosamente coltivano un prodotto non sempre facile come l’oliva, in un territorio così a Nord come il Veneto”.

 

Secondo i dati 2021 di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a olivi in Veneto è in aumento (+1,4%), per un totale di 5.412 ettari. Quasi il 70% degli oliveti è localizzato in provincia di Verona (3.568 ettari), seguita da Treviso, Vicenza e Padova. Nel 2021 la quantità raccolta si è fermata a 24.800 quintali: una cifra ben lontana dai 220.000 quintali del 2018 e dai 246.400 del 2020.

Scritto da: Laura Lorenzini