Si profila una buona annata per l’olio d’oliva del Veneto

Si profila una buona annata per l’olio di oliva extravergine del Veneto, che punta a dimenticare l’annata disastrosa dello scorso anno, quando la produzione fu quasi l’85% in meno rispetto al 2018. Le giornate calde e soleggiate di aprile e maggio hanno infatti favorito la fioritura, che è stata generosa e abbondante. E i produttori veneti, che coltivano 5.300 ettari di superficie a olivo, incrociano le dita, sperando che il meteo sia favorevole.

“Abbiamo avuto una fioritura straordinaria dalla metà di maggio – spiega Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto -, grazie alle giornate soleggiate che all’ulivo fanno molto bene. Siamo in attesa di vedere l’allegagione, cioè il passaggio dal fiore al frutto, e soprattutto gli eventuali danni dovuti alle piogge di questi giorni, che potrebbero aver colpito i frutticini che si andavano a formare. Sicuramente siamo partiti meglio dell’anno scorso, quando l’eccesso di piogge in primavera e i forti sbalzi termici compromisero l’intera annata. Ci furono anche diversi attacchi di mosca olearia, favorita dalle congeniali condizioni termiche, che colpirono duramente le poche olive rimaste. Molti olivicoltori non tirarono fuori neppure le reti per la raccolta, tanto la produzione fu decimata”.

“Se la stagione proseguirà così contiamo di iniziare la raccolta alla metà di ottobre – sottolinea Laura Turri, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Verona e del Consorzio Olio Garda dop -. “Abbiamo avuto una fioritura ottima dalla metà di maggio, grazie alle giornate soleggiate che all’ulivo fanno molto bene. L’allegagione, cioè il passaggio dal fiore al frutto, è stata ottimale e perciò le piante sono cariche di olive. La cascola c’è stata, ma in percentuali minime che non hanno inciso sulle quantità. Gli olivi hanno, evidentemente, deciso di venirci incontro e di rimediare alle enormi perdite del 2019, quando l’olio Garda dop perse il 96 per cento della produzione”.

Conferma Enzo Gambin, direttore del Consorzio Olio Veneto dop: “Quest’anno ci sono tutti i presupposti per una buona stagione. Abbiamo, complessivamente, circa un 15% di fiori in meno rispetto al 2018, ma quella fu un’annata straordinaria. Dobbiamo attendere la settimana prossima per capire se abbiamo perdite. Le bombe d’acqua e il vento hanno creato problemi in alcune zone, staccando i frutticini in formazione. Ci preoccupa un po’ la situazione della Valpolicella bassa, nel Veronese, e anche le zone pedemontane del Vicentino e del Trevigiano, dove ci sono state raffiche di vento che hanno raggiunto i 60 chilometri orari. Ci è andata comunque bene: l’ondata di maltempo, rispetto all’anno scorso, è arrivata con venti giorni di ritardo, risparmiando quindi la fase delicata della fioritura. Speriamo che l’estate abbia le giuste temperature, affinché non ci siano attacchi importanti della mosca olearia”.

In Veneto il 70% degli investimenti rimane localizzato a Verona (3.560 ettari), seguita da Vicenza (562 ettari) e Treviso (550 ettari). Oltre all’olio Garda dop, nel territorio scaligero si produce anche l’olio Veneto dop, che nel Veronese ha la sottozona Valpolicella coincidente con la zona di produzione del Valpolicella e dell’Amarone. L’olio gardesano è caratterizzato da un profumo è di erba fresca, erbe aromatiche, fieno e carciofo, con un tipico retrogusto di mandorla. L’olio Veneto dop presenta sentori fruttati, di frutta secca e note speziate, con un retrogusto di mandorle e carciofo.

Scritto da: Laura Lorenzini