8 marzo, Nonunadimeno lancia lo sciopero contro la violenza patriarcale

Dopo l’enorme manifestazione del 25 novembre, con più di mezzo milione di persone in
piazza, l’8 marzo scioperiamo contro la violenza patriarcale in tutte le sue forme.
L’8 marzo saremo in piazza dei Signori dalle 15:30 e partiremo per una passeggiata
arrabbiata alle 18:30.
Scioperare l’8 marzo significa trasformare la potenza del 25 novembre in blocco della
produzione e della riproduzione, attraversando i luoghi dove la violenza patriarcale si
esercita ogni giorno: nelle case e sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, nei
supermercati e nei luoghi di consumo, nelle strade e nelle piazze, in ogni ambito della
società.


Perché se ci fermiamo noi si ferma il mondo!
Vogliamo opporci al Governo che tratta la violenza maschile sulle donne e di genere come
problema securitario, senza agire sullo scardinamento dei meccanismi che riproducono la
società patriarcale.
Scioperare l’8 marzo significa mostrare come l’ascesa delle destre in Italia e a livello
globale abbiano reso ancora più dure le politiche familiste, razziste e nazionaliste che
alimentano sfruttamento e violenza.
Contrastiamo le misure del Governo che estende i contratti precari, incrementa la
precarizzazione abitativa, che prevede di moltiplicare i CPR e istituisce il decreto Cutro,
che continua a restringere la libertà di movimento delle persone migranti e intensifica il
ricatto del permesso di soggiorno e di un lavoro sfruttato, sempre più povero e senza
tutele.
Erode il welfare, smantella e privatizza il Servizio Sanitario Nazionale, chiude i consultori
pubblici e rende difficile l’accesso ai servizi, sovraccaricando il lavoro di cura gratuito e
malpagato che pesa soprattutto su donne, lesbiche, frocie, persone bisessuali, trans, queer,
intersex, asessuali, su persone povere, anziane, migranti e seconde generazioni, con
disabilità, minori, sexworkers e detenute.
Contrastiamo le linee guida di Valditara sull’educazione, che riproducono un sapere
patriarcale e coloniale, e la scuola del merito che trasforma il diritto allo studio per tuttə in
un privilegio per pochə mentre vengono precarizzate sempre più le condizioni lavorative di
maestrə, insegnanti, ricercatorə e docenti. Se questo scenario punta a dividerci, a
differenziare tra Nord e Sud con il progetto di autonomia differenziata, ad approfondire le
disuguaglianze, isolare le nostre istanze, per noi scioperare contro il patriarcato significa
invece intrecciare le lotte per una trasformazione radicale della società.
Scioperare contro il patriarcato significa reclamare l’immediato cessate il fuoco su Gaza
per fermare il genocidio, la fine dell’apartheid e dell’occupazione coloniale in Palestina.
Se le nostre vite non valgono, noi scioperiamo! Scioperiamo dalla produzione e dalla
riproduzione di questo sistema, scioperiamo dai consumi e

Scritto da: Laura Lorenzini