Il caldo anticipa gli attacchi della cimice. Gli agricoltori sperano nella vespa samurai

di Laura Lorenzini

 

Il caldo arrivato in anticipo ha portato la cimice asiatica a uscire, nidificare e iniziare ad attaccare gli alberi da frutta. Sono in particolare le drupacee, cioè ciliegio, pesco, susino e albicocco, i primi obiettivi dell’insetto, che comincia a lasciare il segno sui frutti.

“Le cimici sono già uscite e le vediamo sugli alberi, compreso il pero – spiega Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona -, anche perché gli inverni sempre meno freddi favoriscono la sopravvivenza dei parassiti. Oltre alla presenza di nidi, vediamo a occhio nudo anche parecchi esemplari di adulti all’interno dei frutteti. Temiamo che anche quest’anno possano fare danni, anche se è difficile una previsione adesso. Di sicuro bisognerà mettere in campo tutte le armi che abbiamo a disposizione, che finora si sono comunque rivelate insufficienti per fronteggiare un nemico sempre più aggressivo e nocivo. Abbiamo riposto molte speranze nella lotta biologica con il Trissolcus japonicus, noto come vespa samurai, ma al momento le uova di cimice parassitizzate sono ancora poche. Bisogna che il numero di antagonisti naturale delle cimici aumenti per arrivare a dei risultati tangibili e ci vorrà ancora del tempo. Nel frattempo ci si difende come si può con reti, trappole e prodotti fitosanitari ad azione repellente”.

I problemi sono anche di ordine burocratico. Ogni anno, infatti, è necessario attendere l’autorizzazione del ministero dell’Ambiente per i lanci della vespa samurai e anche per gli antagonisti del moscerino Drosophila suzukii, responsabile di gravi danni ai ciliegi in collina. Il nulla osta è arrivato solo pochi giorni fa e dal Centro fitosanitario di Bovolino, della Regione Veneto, informano che a giorni verranno lanciati nuovi esemplari di Trissolcus japonicus, secondo il programma partito nel 2020. Sono 106 i siti individuati in Veneto per il lancio, per una superficie totale di 380.000 ettari, con presenza di frutteti. Per la provincia di Verona il progetto prevede tre aree di intervento, con migliaia di esemplari liberati: una in collina con presenza di ciliegi e olivi, una a Est con peschi e kiwi e un’altra a Sud con meli e peri. I lanci verranno ripetuti più volte durante l’estate.

Scritto da: Laura Lorenzini