Vendemmia, mancano raccoglitori: “Caldo e rincari causa della carenza”

di Laura Lorenzini

Abbonda l’uva in Veneto, ma mancano braccia per raccoglierla. La carenza di manodopera è diventata cronica negli anni, ma quest’anno è diventata ancora più grave a causa del caldo, che ha accelerato la maturazione della frutta, e dei rincari, che tengono lontani i lavorati dell’Est europeo. L’ente bilaterale veronese per l’agricoltura Agribi ha, infatti, fatto un appello a presentarsi perché c’è bisogno di raccoglitori: “Le aziende cercano urgentemente oltre 200 operai agricoli”, ha sottolineato Sabrina Baietta, responsabile dello sportello lavoro.

“Quest’anno l’uva è maturata molto più velocemente a causa delle alte temperature e della mancanza di escursione termica tra giorno e notte tra luglio e agosto – spiega Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto – Perciò c’è bisogno di tanta manodopera e tutta assieme. La criticità emerge soprattutto nel territorio veronese, in Valpolicella, dove la raccolta dell’uva da appassimento per l’Amarone è solo manuale e richiede anche 150.000 giornate lavorative. Quindi servono 5.000 braccianti solo per quello. Molti imprenditori agricoli si avvalgono di familiari e amici, ma in ogni caso è necessario un apporto esterno e quest’anno in tanti mancano all’appello. In primis sono assenti polacchi e romeni, che, con i rincari del carburante e dei trasporti in generale, non sono venuti a vendemmiare come accadeva di solito”.

Già da qualche anno c’è la difficoltà a trovare personale perché è diventato tutto più complicato: “Non ci sono più gli universitari e anche i pensionati con quota 100, che avrebbero ancora l’età idonea per vendemmiare, hanno il divieto di lavorare fino all’età della pensione di vecchiaia – sottolinea Marchesini -. A queste problematiche va aggiunto il reddito di cittadinanza, che non aiuta nel reperimento dei lavoratori sul mercato. Bisognerebbe quindi, per il futuro, trovare dei sistemi per far venire i raccoglitori da altri Paesi, anche al di fuori del decreto flussi, e semplificare il più possibile le procedure, perché la vendemmia dura meno di un mese e la burocrazia rallenta il reperimento del personale. Vale la pena ricordare, infine, che con i voucher era molto più semplice assumere addetti alla raccolta per un periodo ristretto come quello della vendemmia e che quel sistema andrebbe reintrodotto, pur con le correzioni che si ritengono opportune”.

Scritto da: Laura Lorenzini