Gli allevatori bellunesi: “Colpiti dalla Blue Tongue, la Regione dia immediati ristori”

“Prima il lupo, adesso la Blue Tongue: abbiamo aziende bellunesi in ginocchio a causa di decine e decine di ovini morti. La Regione Lazio ha già messo a disposizione le risorse per gli allevatori: ci aspettiamo che il Veneto faccia altrettanto”.

Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno, va giù duro sulla lingua blu, la malattia virale che colpisce in particolare gli ovini. Secondo un’elaborazione dei dati ufficiali condotta da Confagricoltura, in Italia i focolai attivi da inizio anno hanno già raggiunto quota 768, di cui oltre 600 concentrati solo negli ultimi due mesi: 273 a giugno e 362 a luglio. Numeri preoccupanti se confrontati con quelli dello stesso periodo del 2024, quando i focolai erano stati meno di 100. Nel Bellunese, secondo i dati dell’Ulss, coinvolti 4.000 capi in 90 allevamenti.

 

“Avevamo chiesto anni fa che fosse messo a disposizione di tutti gli allevatori un vaccino preventivo – attacca Donazzolo -. Non è stato fatto e oggi siamo in questa situazione, che sta colpendo duramente le aziende agricole con animali ammalati e decessi. Serve un intervento urgente e coordinato delle istituzioni, a tutela del patrimonio zootecnico del territorio, già provato da anni di predazioni del lupo. Bisogna accelerare sui piani di vaccinazione mirati e sulla copertura di tutti i costi a carico degli allevatori. Dalla Regione Veneto ci aspettiamo indennizzi per le perdite dirette e indirette subite dagli allevamenti colpiti, inclusa la mancata produzione e i costi per il ripristino del patrimonio zootecnico. Le risorse vanno concentrate sui bisogni primari del territorio. Gli agricoltori sono sotto attacco per virus che causano ogni anno danni incalcolabili alle aziende zootecniche: la politica deve intervenire tempestivamente e la scienza deve lavorare per trovare soluzioni”.

Nel Bellunese il focolaio più grande è in Alpago, a Tambre, nell’allevamento di Alessandro Fullin, agricoltore di Confagricoltura già colpito molte volte dalle predazioni dei lupi. Aveva 370 pecore, ora ne ha 316. “In un mese ho perso 54 ovini a causa della malattia – si dispera -. Abbiamo ordinato i vaccini ad un’azienda di Bolzano, speriamo che arrivino in fretta perché altrimenti il gregge sarà decimato. Le perdite sono pesantissime: 16.000 euro. Ci aspettiamo che venga applicata la legge per la sostituzione dei capi perduti, ma bisogna fare in fretta perché siamo allo stremo. Lavoriamo su tutti i fronti per preservare la razza Alpagota, senza nessuno che ci aiuti. Abbiamo acquistato e addestrato 30 cani da guardiania, grazie ai quali da due anni non subiamo più predazioni. Montiamo e smontiamo i recinti elettrici. Facciamo tutto da soli e dalla Regione abbiamo ricevuto solo promesse, senza avere sostegno. Si sta distruggendo anche il fantastico progetto per la tutela dell’agnello d’Alpago, del quale non frega niente a nessuno. I burocrati non sanno nulla delle nostre fatiche e del nostro territorio”.

 

 

Scritto da: Laura Lorenzini