A Fieragricola Tech i progetti di Confagricoltura e Innosap

Confagricoltura Verona è tornata a Fieragricola Tech il 29 e 30 gennaio con nuovi progetti dedicati all’innovazione in agricoltura.

Nello stand di Confagricoltura l’associazione agricola veronese ha presentato alcune soluzioni innovative in un convegno dal titolo “Innovazione e sostenibilità: la sfida del settore agroalimentare veneto”, con protagoniste aziende che stanno lavorando sul fronte della ricerca e delle nuove tecnologie. L’iniziativa è stata organizzata in collaborazione con la rete innovativa regionale Innosap, riconosciuta dalla Regione Veneto e sostenuta da Confagricoltura Veneto e Verona, che nel 2024 ha presentato progetti innovativi per un valore di 7,5 milioni, di cui 1,183 già finanziati con fondi europei e 6,370 in attesa di approvazione.

Il convegno, aperto da Giancarlo Lechthaler, legale rappresentante del Consorzio Innovaa, organismo rappresentante della rete Innosap, ha visto tra i relatori David Bolzonella, del dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e Paolo Sambo, del dipartimento di Agronomia e Ambiente dell’Università di Padova, che hanno illustrato il lavoro di ricerca svolto con le reti regionali innovative e le aziende.

“I cambiamenti climatici e la necessità di garantire un uso efficiente delle risorse naturali, oltre che la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti, ci impongono di cercare soluzioni innovative e sostenibili – hanno detto -. Le risposte si stanno cercando nell’agricoltura di precisione, nell’automazione e nella robotica, nel vertical farming, nelle biotecnologie. Sensori e droni possono servire sia per il monitoraggio delle colture, sia nelle fasi di lavorazione, sia nell’ottimizzazione dei processi con modelli predittivi. Le biotecnologie ci aiuteranno a sviluppare colture più performanti, resistenti allo stress idrico e termico”.

In questa direzione si muove l’azienda veronese Diamante, che ha spiegato come sia possibile utilizzare le piante per la produzione ecosostenibile di biopesticidi e biostimolanti. La trevigiana Cet Electronics, specializzata in digital farming, ha illustrato le nuove frontiere dell’agricoltura di precisione: linee sensoristiche che da remoto permettono di raccogliere dati dal campo; automazione di luce, acqua e riscaldamento nelle serre; stazioni meteo che misurano la pioggia, l’umidità o la bagnatura fogliare, importante per prevenire malattie come peronospora.

Nella block chain, ovvero la piena tracciabilità delle filiere, opera invece l’azienda padovana Ez Lab, che riesce a garantire trasparenza e verificabilità dei dati delle aziende garantendo l’autenticità e la qualità del prodotto. Economia circolare e upcycling per cosmetica e nutraceutica sono il punto di forza di un’altra realtà padovana, Plantarei Biotech. Plantarei 2020 nascit, che valorizza gli scarti da agricoltura biologica con modalità green. Infine Vaih, Verona agrifood innovation hub, si occupa di sostenere la formazione delle start up nel mondo del food tech.

In questo contesto di lavoro sinergico sull’innovazione grande importanza riveste la formazione per l’agricoltura 4.0. Matteo Ducange, docente dell’istituto Stefani-Bentegodi nella sede di Buttapietra, ha illustrato i corsi di specializzazione post diploma Its Academy agroalimentare Veneto, che formeranno nuove figure professionali strategiche per gli scenari futuri: ad esempio l’agrifood specialist, il quality control specialist, l’agritech & innovation specialist.

“Continueremo la collaborazione con Innosap, per avere di prima mano le innovazioni che riguardano il nostro settore e uno sguardo sul futuro – ha sottolineato in conclusione Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. Da agricoltore, ricordo però che le aziende veronesi e venete sono in grande sofferenza e che il rischio è che tutti questi sistemi utili arrivino quando le aziende avranno già chiuso. Ringraziamo quindi la ricerca, ma ricordiamoci di non perdere mai di vista l’attore principale, che è l’agricoltore”.

Per la rete Innosap, il coordinatore Stefano Marabotto ha riassunto che solo “l’interazione tra una molteplicità di attori, privati e pubblici consente di sviluppare sistemi altamente innovativi ed efficaci. Il punto centrale è la relazione tra i bisogni delle aziende e la ricerca delle Università di Verona e Padova, che si traduce in innovazione. L’integrazione con la formazione ora ci consente di chiudere il cerchio”.

Scritto da: Laura Lorenzini