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di Laura Lorenzini
Il Veneto è terzo in Italia per richieste di conversione da permessi di soggiorno stagionali a permessi per lavoro subordinato. Lo dicono i dati pubblicati oggi dal Sole 24 Ore sulle domande di nulla osta per lavoratori extra Ue presentate al Viminale durante i click day e nei giorni successivi.
Sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona: “Il Veneto è una delle primissime regioni agricole d’Italia e Verona. Con oltre un miliardo di valore aggiunto, è la prima provincia regionale e tra le prime cinque province italiane, come dicono i dati del report agroalimentare che abbiamo presentato con Cgia Mestre. Necessitiamo di tanta manodopera perché abbiamo una moltitudine di colture: siamo una delle maggiori province vitivinicole, siamo primi in Veneto anche come frutticoltura e coltiviamo tantissime verdure, sia in serra che in pieno campo. Si tratta di coltivazioni che richiedono un massiccio impiego di manodopera, sia per la manutenzione come potatura e sfalci, e la raccolta che viene fatta quasi totalmente a mano. Sul territorio sono presenti, inoltre, importanti industrie agroalimentari, che richiedono a loro volta l’impiego di lavoratori. Per non parlare del turismo, che si lega sempre di più all’agricoltura con attività connesse come l’agriturismo, l’enoturismo e l’oleoturismo, richiedendo quindi personale specializzato. A Fieragricola Agritech abbiamo visto quale sarà il prossimo futuro nelle campagne, con l’ausilio di robot e droni, ma ad oggi tutto questo non si è ancora concretizzato”.
Date le premesse, De Togni non si stupisce che il Veneto sia terzo in Italia per richieste di conversione da permessi di soggiorno stagionali a permessi per lavoro subordinato: “Abbiamo sempre più bisogno di manodopera formata e specializzata, vedi la raccolta di uva per l’Amarone. È evidente, quindi, che cerchiamo di trattenere i lavoratori già esperti e capaci, dandogli un impiego stabile. Purtroppo, però, incappiamo negli annosi problemi legati al click day e al decreto flussi: lentezza e inefficienza del sistema, lungaggini burocratiche, procedure del rilascio del visto rallentate che causano gravi ritardi nel reperimento della manodopera. L’anno scorso, in maggio, ancora non si sapeva quando sarebbero arrivati i lavoratori stranieri richiesti con il click day in febbraio. Qualcosa è migliorato, ma non abbastanza. Di sicuro non è più possibile iniziare le campagne di raccolta con carenza di braccianti, perché si mettono in grave difficoltà le aziende agricole”.