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di Laura Lorenzini
In una corte rurale nasce un piccolo museo grazie ai fondi del Pnrr. Succede a Corte Fornaci, in territorio di Villafranca, in località Le Ché, dove Pietro Spellini, imprenditore agricolo di Confagricoltura, ha ristrutturato due locali fatiscenti ad uso culturale con i finanziamenti destinati a conservare e valorizzare gli edifici storici rurali, vincolati dalla Soprintendenza.
Corte Fornaci, con la sua ampia casa padronale ristrutturata nel 1740, è una preziosa testimonianza storica del territorio veronese ed è già nota per le cinque meridiane architettate probabilmente da Scipione Maffei, una delle quali, un segnatempo lunare, è definita unica al mondo. Ora la dimora, già aperta per le visite al pubblico, si arricchirà di un piccolo museo locale che ospiterà le opere dello scultore Luigi Spellini e della pittrice Valentina Sartorelli, genitori di Pietro, che nei primi anni del Novecento fecero diventare la casa un vero e proprio salotto artistico con ospiti come Berto Barbarani, Angelo Dall’Oca Bianca, Gino Bogoni, Orazio Pigato e tanti altri.
Lo spazio museale è stato inaugurato con una cerimonia privata sabato 11 maggio, alla presenza dei sindaci di Villafranca, Roberta Dall’Oca, e di Povegliano, Roberta Tedeschi, oltre che del presidente di Confagricoltura Verona, Alberto De Togni. Successivamente sarà aperto al pubblico.
“Un paio di anni fa mi hanno informato su questa possibilità di restaurare i siti rurali di importanza architettonica grazie ai fondi del Pnrr – spiega Spellini, imprenditore agricolo con laurea in ingegneria, in passato vicepresidente di Confagricoltura Verona -. Ho pensato, così, di recuperare alcuni locali in abbandono per creare un piccolo spazio museale e rendere visibile il patrimonio artistico dei miei genitori. Mio padre, scultore, espose alla Biennale di Venezia nel 1958 e sua è la statua dell’Arcidiacono Pacifico esposta alla Biblioteca Capitolare. Ma era anche imprenditore agricolo: fu commissario del Consorzio Agrario nel 1938 e poi consigliere della Cassa di Risparmio. Mia mamma, allieva di Filippo De Pisis, fondò un suo atelier a Venezia: fu il primo creato da una donna, all’avanguardia per quell’epoca. Quando aprirò lo spazio museale alle visite esterne racconterò la storia della casa, che era frequentata da tutti i più quotati artisti dell’epoca, di cui serbo alcune opere, e reciterò i versi che Berto Barbarani dedicò in occasione delle nozze di mamma e papà, raccolti nelle “Cante de le bele nosse”: “De le Fornase, nobile poesia, col ciesol de casada tra le rose…”. Nelle visite mostrerò anche le cinque meridiane disegnate nella fascia del sottotetto, su commissione dei fratelli Gian Antonio e Gian Bettino Betti, che nel 1740 acquistarono Le Fornaci”.
Le visite si svolgeranno la prima domenica del mese o su prenotazione alla mail p.spellini@alice.it.
“L’intervento di Corte Fornaci dimostra l’importanza di preservare e valorizzare gli edifici rurali, altrimenti destinati ad un progressivo abbandono e degrado – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona -. È importante recuperare elementi caratteristici di un patrimonio culturale e storico, quali sono i casali, le barchesse e i mulini, restituendo alla collettività, come avviene in questo caso con il piccolo museo locale, la memoria e il vissuto di un’epoca. Nella nostra provincia ci sono tante dimore di campagna che, grazie a questi fondi, possono essere restituite alla comunità in tutta la loro bellezza”.