Olio, negli ultimi 20 anni calo di produzione del 38%. Crescono Tunisia e Marocco

La produzione di olio d’oliva è in calo strutturale: tra condizioni climatiche avverse, frammentazione produttiva (il 40% delle aziende olivicole ha meno di 2 ettari di oliveto), volatilità dei prezzi e della redditività, negli ultimi 20 anni i volumi di olive raccolte si sono ridotti di oltre il 30%, quelli di olio più del 38%, mentre il calo delle superfici si è limitato al 3%.

Sono i dati nazionali del report sull’olio di oliva, presentati da Confagricoltura. L’Italia era il leader mondiale nella produzione di olio: oggi è quinto, dietro a Spagna, Turchia, Tunisia, Grecia. In particolare Tunisia, Marocco, Egitto e Turchia stanno crescendo in maniera esponenziale, grazie a politiche settoriali mirate. L’oliveto Italia, invece, è vecchio e poco competitivo: il 61% delle piante ha più di 50 anni; il 49% ha una densità per ettaro inferiore a 140 piante e solo l’1.5% ha più di 400 piante per ettaro.

Il Veneto non fa eccezione, come dimostrano le ultime annate poco soddisfacenti. “Per un motivo o per l’altro, fatichiamo a portare a casa una redditività anche sufficiente a coprire i costi di gestione a fronte di risultati deludenti – sottolinea Leonardo Granata, presidente degli olivicoltori di Confagricoltura Veneto -. Ci troviamo a sostenere costi di produzione sempre più alti non solo in fase di raccolta e di molitura, ma di potatura, concimazione, sfalcio erba e trattamenti. Confagricoltura ha presentato un articolato documento alla Regione Veneto in cui vengono chiesti interventi mirati per la salvaguardia dei nostri oliveti, soprattutto in aree peculiari come quelle venete in cui non solo disponiamo di oli di altissima gamma, ma nelle quali l’oliveto assume un forte valore aggiunto in termini di tutela del paesaggio e dell’ambiente. E quindi, in definitiva, in termini di turismo. Pensiamo al lago di Garda, alla collina veronese, ai Colli Euganei e Berici e a tutta la fascia pedemontana”.

Aggiunge Alessandra di Canossa, presidente del settore olivicolo di Confagricoltura Verona: “Il report di Confagricoltura è un’ottima analisi del comparto e di quelli che potrebbero essere gli interventi per migliorare la produttività e la sostenibilità, economica in primis, delle aziende. È una visione positiva per il futuro affinché si possa agevolare un ricambio generazionale efficace sia in campo sia nelle aziende, partendo dalla tradizione di un olio di alta qualità come quello italiano e dop-igp, con un grande passo avanti in termini di tecnologie e miglioramenti aziendali. Uno dei grandi problemi, purtroppo, è legato al tempo troppo lungo che passa tra lo studio teorico-sperimentale e l’effettivo uso in larga scala nelle aziende. Qui c’è molto da lavorare, la politica deve darci una mano in questo, anche perché altrimenti continueremo ad essere sorpassati dai nostri competitor”.

Scritto da: Laura Lorenzini