Poca neve sulle Alpi e caldo, agricoltori veneti preoccupati per le risorse idriche

di Laura Lorenzini

Scarsa quantità neve sulle Alpi e bacini fluviali sotto la media. L’inverno anomalo, con assenza di precipitazioni e temperature al di sopra della media, sta portando ad una situazione critica per l’intero arco alpino, secondo l’analisi di Fondazione Cima, con un innevamento pari a -63%. E questo, in Veneto, si traduce in riserve idriche ridotte dei fiumi Po e Adige, che possono influenzare negativamente la disponibilità d’acqua ad uso agricolo nei mesi primaverili ed estivi.

“Sono dati che preoccupano, anche alla luce delle esperienze passate – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. Nell’estate 2022 abbiamo vissuto una grave crisi idrica, con importanti perdite di produzione e lo stato d’emergenza deliberato dal governo per cinque regioni, tra cui il Veneto, a fronte delle precipitazioni scarsissime dei primi sei mesi dell’anno. Nel 2023 ci siamo trovati, invece, già in marzo a fare i conti con una piovosità ridotta ai minimi termini, tanto che il governatore veneto Luca Zaia espresse la necessità di ricorrere ad un razionamento dell’acqua a fronte di una siccità perdurante. Quest’anno ci troviamo di fronte ad un inverno record per temperature alte, se pensiamo ai 17 gradi toccati nei giorni scorsi, tanto da venir paragonato a quello del 1979 che fece registrare valori anomali. Ci auguriamo che a febbraio torni il freddo, assieme alla pioggia, riequilibrando lo stato di deficit sia per ripristinare le scorte idriche, sia per garantire le ore di freddo necessarie alle piante da frutto prima della ripresa vegetativa. Una fase importantissima per il ciclo produttivo”.

Confagricoltura Veneto invita ad accelerare sui progetti di razionalizzazione e risparmio idrico e soprattutto sui bacini d’acqua: “Deve esserci uno sforzo collettivo per evitare gli sprechi, e questo significa anche mettere in cantiere opere per efficientare le canalizzazioni d’acqua, che oggi palesano importanti dispersioni idriche – rimarca Giustiniani -. In secondo luogo, vanno realizzati gli invasi di cui si parla da tempo, cioè bacini di stoccaggio con cui trattenere l’acqua nei periodi di pioggia. Ben vengano anche gli impianti di desalinizzazione dell’acqua del mare, che possono consentire di avere a disposizione risorse idriche importanti”.

Per quanto riguarda gli agricoltori, “noi stiamo facendo la nostra parte puntando sull’innovazione e su un’oculata programmazione, con l’adozione di colture a ridotta richiesta idrica e con impianti di irrigazione a goccia e a bassa pressione – rimarca il presidente. Ieri Confagricoltura Veneto era a Fieragricola Tech a Verona con un convegno dedicato ai progetti di ricerca che sta svolgendo in collaborazione con la rete innovativa regionale Innosap e le Università di Verona e Padova.

“I cambiamenti climatici e la necessità di garantire un uso efficiente delle risorse naturali ci impongono di cercare soluzioni innovative e sostenibili – ha spiegato Renzo Cavestro, direttore di Confagricoltura Veneto, presente al convegno-. Le risposte si stanno cercando nell’agricoltura di precisione, nell’automazione e nella robotica, nelle biotecnologie. Sensori e droni possono servire sia per il monitoraggio delle colture, sia nelle fasi di lavorazione, sia nell’ottimizzazione dei processi con modelli predittivi. Le biotecnologie ci aiuteranno a sviluppare colture più performanti, resistenti allo stress idrico e termico”.

Scritto da: Laura Lorenzini