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Ispra ha pubblicato il “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque”, che fornisce informazioni sullo stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee causato dall’uso di agrofarmaci e ne illustra la diffusione territoriale e l’evoluzione temporale, permettendo di valutare il conseguimento degli obiettivi delle politiche ambientali a livello nazionale e regionale.
I dati sono raccolti attraverso monitoraggi programmati dalle Regioni e Province Autonome e dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente, in conformità con il Piano di Azione Nazionale (PAN) e la Direttiva sull’uso sostenibile degli agrofarmaci (direttiva 128/2009). Il rapporto presenta i risultati delle indagini svolte nel 2021, evidenzia anche le vendite di prodotti fitosanitari in Italia e presenta indicatori sviluppati nell’ambito della Strategia europea “Farm to Fork”.
Complessivamente, dal 2012 al 2021, in Italia si è registrata una contrazione nelle vendite di prodotti fitosanitari del 13%, mentre le sostanze attive hanno subito un calo del 18%. Dall’analisi di un periodo più ampio (2003–2021), la distribuzione dei prodotti fitosanitari presenta una contrazione di mercato del 26,3%. Cala il quantitativo di tutte le categorie di fitosanitari acquistati ad eccezione dei vari e dei biologici, a testimonianza dell’impegno del settore nell’ottimizzare l’utilizzo di questi importanti mezzi tecnici.
Complessivamente sono stati analizzati 16.273 campioni (10.855 campioni di acqua superficiale e 5.418 campioni di acqua sotterranea), per un totale di 1.323.245 determinazioni analitiche. Nel decennio 2012-2021 si osserva un andamento crescente della copertura territoriale e delle sostanze rintracciate, più marcato nei primi anni, che ha determinato un progressivo consolidamento dell’efficacia del monitoraggio. La diversa conformazione territoriale determina, tuttavia, un quadro disomogeneo nella distribuzione dei punti di prelievo fra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud.
A livello nazionale, nel 2021, il riscontro di residui di prodotti fitosanitari nell’ambiente in seguito al loro uso riguarda in misura maggiore le acque superficiali rispetto alle acque sotterranee. Su un totale di 1197 stazioni di monitoraggio delle acque superficiali (fiumi, laghi e acque di transizione), 566 punti, pari al 28,3% dei totali, mostra valori di superamento dei limiti normativi (> SQA), 545 punti, pari al 27,3% del totale, presenta valori con concentrazioni comprese tra il 30% dello SQA e lo SQA (conformi ai limiti normativi) e 886 punti, pari al 44,4% del totale, presenta valori inferiori al 30% dello SQA (non rilevanti rispetto la soglia normativa) e ai limiti di quantificazione (non quantificabili).
Nelle acque sotterranee il superamento degli standard è stato rilevato solamente nel 6,8% dei punti monitorati (194 su un totale di 2.867). La grande maggioranza dei punti controllati è quindi risultata conforme ai limiti normativi. Per quanto riguarda le acque sotterranee, nel risultato complessivo sono cumulate tutte le tipologie di acquifero, da quelli superficiali più esposti alle possibili filtrazioni a quelli protetti da stratificazioni impermeabili.
La presenza di agrofarmaci, come già ampiamente segnalato negli anni precedenti, è più diffusa nelle aree della pianura padano-veneta. Tale stato è legato ovviamente alle caratteristiche idrologiche del territorio in questione e al suo intenso utilizzo agricolo. Rispetto ai report precedenti, d’altra parte si evince che l’aumentata copertura territoriale e la migliore efficacia del monitoraggio sta portando alla luce una presenza diffusa anche al centro-sud.
La categoria di agrofarmaci individuata più frequentemente è quella degli erbicidi, seguita dagli insetticidi, più presenti nelle acque superficiali rispetto alle acque sotterranee, e dai fungicidi. I prodotti di degradazione sono il 7% sul totale nelle acque superficiali e l’11% nelle acque sotterranee e, in quest’ultimo caso, la percentuale è quasi esclusivamente rappresentata dai metaboliti degli erbicidi. Gli erbicidi ed i loro metaboliti rappresentano il 48% del totale nella matrice acque sotterranee.
Nelle acque superficiali si trovano glifosato e metolaclor insieme ai rispettivi metaboliti AMPA e metolaclor-ESA in percentuali anche elevate, fino al 64%, mentre le altre presenze sono tutte inferiori al 7%. Nelle acque sotterranee le percentuali massime raggiunte sono dell’ordine del 20%, un terzo delle acque superficiali, e riguardano i metaboliti metolaclor-ESA e atrazina. Come nel caso delle acque superficiali le altre sostanze hanno percentuali circa del 10% o inferiori.
In Italia, dal 2012 al 2021 si è verificata una lenta progressiva diminuzione delle quantità messe in commercio, nonostante un andamento altalenante. I prodotti fitosanitari sono passati da 134.2425 a 116.415 tonnellate (decremento del 13%), mentre le sostanze attive hanno subito un calo da 61.887 a 50.344 tonnellate, (decremento del 18%).
Analizzando le sostanze attive per categorie di impiego, risulta evidente che la più distribuita è stata quella dei fungicidi, seppure con un comportamento altalenante: l’uso di queste sostanze, rispetto a quelle delle altre categorie, risente infatti maggiormente delle condizioni meteorologiche, in particolare le precipitazioni, che possono favorire o meno lo sviluppo dei funghi patogeni.