di Laura Lorenzini
Verona, 2 maggio 2020. Oggi, con grande emozione, ho fatto il mio primo giro con la mia amata bici Gravel dopo due mesi di stop forzato.
Quando sono scesa in cantina lei era un po’ fredda.
“Ma come? Adesso ti fai vedere, dopo tutto questo tempo? Mi hai trascurata, con te con vengo più”.
“Non ho mai smesso di pensarti un solo giorno e non ti ho mai tradita. Ma mi hanno proprio impedito di prenderti con me. Avrebbero potuto addirittura arrestarmi”.
Poi l’ho lustrata, le ho gonfiato le gomme e le ho messo acqua nella borraccia.
Allora era tutta contenta: “Cosa aspetti? Andiamo”.
Sono salita sulla sua sella e, alla prima pedalata, mi sembrava di volare! Era come se tra noi fosse il primo appuntamento!
Alla prima salitina avevo il fiato corto e la mascherina mi appannava gli occhiali e mi impediva di respirare, ma abbiamo tenuto duro e abbiamo visto mille sfumature di verde, cascatelle, distese di fiori nei vigneti e la meravigliosa natura selvaggia della Val Sorda.
I pochi ciclisti che abbiamo incontrato avevano gli occhi ridenti e la nostra stessa felicità.
Sembravamo tutti ebbri di aria, sole e libertà.
La Gravel era così felice, che non voleva più lasciarmi. Ma ero stanca e l’ho portata a casa.
“Dai Gravel, non arrabbiarti. Se Zaia ci lascia, ti prometto che ti porto sul lago”.