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Ventitré pipistrelli hanno ripreso il volo tra le querce che circondano il Parco Natura Viva di Bussolengo. Un numero di esemplari mai rilasciato prima, grazie all’intensa attività di recupero che ha impegnato quest’anno il Centro Fauna Selvatica “Il Pettirosso” di Modena. Trovati a terra piccolissimi tra maggio e giugno, curati e riabilitati, tutti i giovani si sono involati qualche minuto dopo il crepuscolo. Probabilmente caduti dal ventre delle madri, questi animali sono dei veri e propri insetticidi naturali. Che trovano nell’utilizzo massiccio dei pesticidi una tra le principali minacce alla propria sopravvivenza.
“Un pipistrello per amico” è l’appuntamento tradizionale del parco Natura Viva, realizzato grazie alla collaborazione con “Il Pettirosso” e con il supporto di Fondazione Zoom, che ogni anno permette al pubblico di assistere al rilascio di esemplari salvati. “Delle 35 specie presenti in Italia – spiega Camillo Sandri, direttore zoologico del Parco Natura Viva di Bussolengo – tutte sono inserite nella Lista Rossa Iucn e più della metà sono in declino. Tra i 23 esemplari liberati, ciò sono gli albolimbati (Pipistrellus kuhlii), alcuni pipistrelli di Savi (Hypsugo savii) e tre nottole (Nyctalus noctula).
Nonostante la loro cattiva fama, dovremmo considerarli degli alleati: proprio nell’orario in cui sono volati via hanno iniziato la loro caccia notturna a ditteri, lepidotteri e altri insetti, arrivando a consumare ciascuno oltre un migliaio di zanzare per notte. Ora potranno unirsi agli esemplari rilasciati negli anni scorsi che hanno già trovato casa qui, in vista del lungo letargo invernale”.
Non si attaccano ai capelli, non succhiano sangue umano e nessuna specie autoctona si nutre di frutta: solo alcune verità che sfatano false credenze legate a questi mammiferi, la cui sopravvivenza è sempre più minacciata dalla crescente urbanizzazione. Una convivenza con l’uomo che li porta a rifugiarsi in sottotetti, interstizi e appigli nascosti di case ed edifici, per trovare un luogo caldo e sicuro. Se un piccolo cade, la madre spesso riesce a recuperarlo, ma negli ultimi anni i casi di salvataggio da parte dei centri specializzati sono aumentati sensibilmente.
“C’è una minaccia che assume un impatto sempre maggiore, perché l’uso dei pesticidi non è più limitato alle sole aree agricole: disinfestazioni massicce avvengono ormai anche nei centri urbani, diffondendo sostanze tossiche per tutta la fauna selvatica”. È quanto rileva Piero Milani, presidente del Centro Fauna Selvatica “Il Pettirosso” di Modena, che spiega: “Questo, insieme a repentini sbalzi di temperatura, potrebbe spiegare il numero crescente di piccoli caduti dal ventre delle madri. Il nostro appello alle autorità è quello di privilegiare la lotta biologica alla lotta chimica ovunque possibile, per permettere la sopravvivenza di specie che cercano di adattarsi a nuovi ambienti”.
E la ricerca scientifica, dal canto suo, sta facendo il resto. “Sui microchirotteri c’è davvero ancora molto da scoprire”, interviene Caterina Spiezio, responsabile Ricerca in ambito Animale di Fondazione Zoom. “Si è ancora in una fase embrionale dello studio che vede l’utilizzo di nuove tecnologie per implementare la conoscenza di questi piccoli mammiferi volanti: è stato applicato un nano-trasmettitore gps su un pipistrello, un esemplare di nottola minore, grazie alla collaborazione tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Oasi Dynamo di Limestre (Pistoia) e il Max Planck Institute, per monitorarne i movimenti. I risultati sono promettenti, noi seguiamo da vicino gli sviluppi di questa ricerca perché potrebbero essere davvero utili per i nostri studi volti a salvare l’unico microchirottero presente sulle Isole delle Seychelles. C’è ancora davvero molto da fare, ma sicuramente è un inizio importante”, conclude Spiezio.