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Troppo spazio al commerciale, all’alberghiero, al direzionale, ai parcheggi e al residenziale. E poco al verde. Giorgio Massignan, di Verona Polis, è critico nei confronti del piano di riqualificazione riguardante lo Scalo Merci della Ferrovia.
“Da decenni i veronesi attendono che i circa 450.000 metri quadrati dell’area dello Scalo Merci della Ferrovia, siano liberati, bonificati e trasformati in un grande parco urbano alberato, che contribuisca a mitigare la bolla termica della città – sottolinea Massignan -. Una grande area verde in quella zona, servirebbe come ricucitura urbanistica tra i quartieri a sud e quelli ad ovest di Verona. Inoltre, sarebbe il fulcro di un sistema del verde cittadino, composto da una fascia verde di collegamento dei forti austriaci (primo campo trincerato), dal grande parco piantumato allo Scalo Merci della Ferrovia, dal Parco della Spianà, dal Parco delle Mura, dal Parco dell’Adige e dal Parco della Collina, collegati da “freccie” verdi e percorsi ciclabili e pedonali. Va anche sottolineato che il nostro territorio ha 2 milioni di metri quadrati di verde in meno, rispetto alle norme urbanistiche, dei quali 800.000 solo a Verona sud. Il verde nell’ex Scalo Merci ferroviario, ne ridurrebbe, parzialmente, la carenza. Ma, nonostante la carenza di verde, ho letto che verranno destinati per il commerciale, per l’alberghiero, per il direzionale, per i parcheggi, per il residenziale e per servizi vari e aree sportive, un totale di circa 100.000 metri quadrati. Come si potrà armonizzare un parco urbano con tutte queste funzioni, con i relativi parcheggi e le strade d’accesso, non riesco proprio ad immaginarlo”.
Giorgio Massignan
Secondo Massignan in quell’area ci sarebbe bisogno soprattutto di ampie zone alberate, per ridurre l’aumento di CO2 nell’aria, alternate da spazi liberi, tenuti a prato; di un piccolo laghetto che mitigasse il microclima e attirasse la fauna e l’avifauna acquatica; di orti per gli abitanti; dei collegamenti ciclabili e pedonali tra la Zai e la stazione di Porta Nuova. “La domanda lecita da porsi è: con quali soldi? Innanzitutto un intervento di questo genere sarebbe meno costoso, proprio per la mancanza di tutte le infrastrutture previste nel progetto dell’Amministrazione – osserva Massignan -. Inoltre, con opportune scelte urbanistiche, si dovrebbe permettere agli operatori ed ai proprietari dell’area, di ricavare i denari per la bonifica della zona e per far fruttare i loro investimenti, facilitando la riconversione e la riqualificazione degli immobili esistenti e permettendo la costruzione di alcuni edifici in verticale, a scopo di reddito, affacciati su Stradone Santa Lucia, ben separati dal parco. Si dovrebbero evitare o diminuire le varie infrastrutture sportive, già previste alle Officine Ferroviarie in Borgo Venezia e pure gli spazi commerciali, direzionali ed alberghieri, che Verona ha in abbondanza. E’ troppo semplice e banale? Può essere, ma di questo ha bisogno la nostra città e non di zone attrezzatissime, con pochi alberi e tante strutture”.