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“Puntare concretamente sull’imprenditoria femminile è il miglior augurio da fare in occasione della Festa della donna, un investimento sicuro per velocizzare la ripresa economica italiana”. È l’auspicio di Silvia Marchetti, direttore di Confagricoltura Veneto, la prima donna a livello nazionale ad aver assunto un incarico ai vertici regionali in Confagricoltura, iniziato nel gennaio scorso.
In Italia sono poco più di 200.000 le imprese agricole condotte da donne, che rappresentano il 28,5% delle imprese attive totali. Il Veneto, su un totale di 65.109 aziende agricole, ne ha 14.955 femminili, con un’incidenza del 23 per cento. La regione con la più alta incidenza di imprese in rosa attive è il Molise (37.5%), seguita da Campania (36.2%) e da Abruzzo (35.3%). Mentre La regione con il più alto numero di imprese femminili in assoluto è la Sicilia (25.167, 12.2%) seguita da Puglia (23.546, 11.4%) e Campania (21.439, 10.4%).
“Abbiamo apprezzato – sottolinea Silvia Marchetti – le misure a sostegno dell’imprenditoria femminile inserite nella Legge di bilancio, ma al di là dei fiumi di parole versate per l’8 marzo chiediamo un concreto impegno per l’imprenditoria femminile. Vorremmo che le risorse stabilite sulla carta fossero realmente operative, semplici e fruibili, magari riutilizzando il meccanismo della legge 125, che già in passato ha supportato le imprese femminili attraverso il sistema del contributo a fondo perduto, del credito agevolato e del credito d’imposta”.
“L’emergenza Covid ha colpito in maniera trasversale sia aziende guidate da uomini che da donne – osserva Francesca Marinelli, rappresentante per Confagricoltura Verona della Commissione per l’imprenditoria femminile in capo alla Camera di Commercio -. Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile in agricoltura, vediamo tuttavia sempre più aziende gestite, amministrate e seguite da donne, anche in comparti che in passato erano di prerogativa maschile. Le donne in agricoltura ci sono sempre state, ma oggi, grazie alle nuove tecnologie, riusciamo ad avere ruoli sempre più di primo piano anche grazie alla possibilità di essere connesse e poter essere informate. Io, ad esempio, ho installato un sistema di irrigazione che posso accendere da casa dal mio smartphone, così come ci sono imprenditrici che gestiscono la stalla con una app. Questo ci consente di condurre le nostre aziende mettendoci il massimo dell’impegno, perché quello che vogliamo è fare le cose con le stesse competenze e intelligenza dei colleghi maschi, qualificandoci non come genere ma come professioniste”.