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di Laura Lorenzini
Non si placano le polemiche per il nuovo piano di sicurezza alimentare annunciato dalla Commissione Europea. La notizia di un piano di etichettatura sugli alimenti che mettono a rischio la salute ha scatenato le proteste dei produttori. Dal 2022 diventerebbe obbligatorio indicare l’elenco degli ingredienti e la dichiarazione nutrizionale sulle bevande alcoliche, mentre dal 2023 scatterebbero le etichette con le avvertenze sulla salute su alimenti ritenuti a rischio cancro come le carni rosse e i salumi. Anche se ieri sono giunte le rassicurazioni del vicepresidente della Commissione Europea, Margaritis Schinas, che ha spiegato che “l’Ue non ha intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo”, la preoccupazione nel mondo agricolo rimane alta.
Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Agricoltori Italiani Verona, sottolinea che occorre fare una chiara distinzione tra fumo e consumo di carne o alcolici, come il vino: “Non possono in alcun modo essere equiparati, trattandosi nel secondo caso, a differenza del primo, di alimenti di cui si possono discutere le quantità, ma non le qualità che ne fanno eccellenze del Made in Italy e della catena alimentare mediterranea – dice – . Inoltre, sempre per quanto riguarda la carne rossa e il vino, eliminarne la promozione, come pare voglia fare la Commissione Ue, potrebbe più che eliminare la scelta, accentuare un’errata consapevolezza del giusto apporto nutrizionale. Non si possono classificare i cibi in buoni o cattivi, ma semmai invitare a un’alimentazione sana e diversificata, dove anche il vino, in modiche quantità, può trovare spazio, così come i tanti prodotti dop e igp che sono certificati dal produttore alla tavola e che fanno parte del nostro grande patrimonio non solo italiano, ma anche veneto”.
Paolo Ferrarese, presidente di Confagricoltura Verona, concorda: “La proposta della Commissione va a colpire alcuni alimenti, come il vino, le carni e i salumi, che, inseriti in una corretta dieta alimentare, come quella mediterranea che è patrimonio Unesco, non rappresentano alcun pericolo per la salute. Le rassicurazioni del vicepresidente della Commissione Ue sono indispensabili per avviare un confronto corretto sui contenuti dello Europe’s beating cancer plan, evitando che si demonizzino ingiustamente alcuni cibi, danneggiando le tantissime aziende agricole che lavorano ogni giorno con impegno e passione. Già anni fa uno studio sulle carni rosse e lavorate dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Airc), tradotto in modo del tutto allarmistico e fuorviante, causò un calo nei consumi danneggiando fortemente gli allevatori e l’intera filiera. In questo momento di emergenza sanitaria e di grande difficoltà economica sarebbe, invece, più che mai necessario che l’Ue sostenesse l’agricoltura, in modo da accrescere la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali e promuovere i nostri prodotti Dop e Igp”.