I pongisti veronesi Brunelli e Falco pronti per le Paralimpiadi di Tokyo

Pronti per Tokyo. Per i pongisti veronesi Michela Brunelli e Federico Falco si avvicina il grande momento delle Paralimpiadi, che si svolgeranno in Giappone dal 24 agosto al 5 settembre. I due azzurri si erano qualificati già lo scorso anno, ma poi i giochi sono slittati al 2021 a causa della pandemia. In tutto saranno sette gli atleti di tennis tavolo a battersi per una medaglia: oltre a Brunelli e Falco, la friulana Giada Rossi, l’italo-tunisino Ahmine Kalem, il ligure Matteo Orsi, il triestino Matteo Parenzan e il padovano Andrea Borgato, che fino all’anno scorso si sono allenati al centro federale Palamasprone di Verona.

Gli atleti stanno completando la preparazione sotto la guida del direttore tecnico della Nazionale di tennis tavolo Alessandro Arcigli, affiancato dall’allenatore Donato Gallo, dagli sparring Massimo Pischiutti e Vladimir Sorbalo, e da Elisa Gobbetti, fisioterapista della scuola di osteopatia Eom Italia di Mozzecane, che da oltre un anno li segue ogni settimana con un lavoro di trattamento dei muscoli e delle articolazioni.

“Abbiamo ottenuto un risultato insperato e strepitoso, con sette atleti su dieci qualificati – spiega il direttore tecnico della Nazionale di tennis tavolo Alessandro Arcigli –. Non avrei potuto mai immaginare un simile successo quando, tre anni fa, è partito il progetto del Centro federale, a Verona prima e a Lignano Sabbiadoro ora, con questo gruppo di atleti che ci sta dando enormi soddisfazioni. Ringrazio Eom per come ha seguito i ragazzi, dando loro la possibilità di recuperare al meglio fisicamente. Ora stiamo intensificando i carichi con preparazione atletica, allenamento al tavolo e perfezionamento delle tecniche di servizio. Andiamo alle Paralimpiadi con grandi obiettivi. Nessun traguardo è precluso e guardiamo già a Parigi: molti nostri atleti sono giovani e nel 2024 raggiungeranno il massimo della loro maturità tecnica e agonistica”.

“Abbiamo recuperato molto bene dopo il primo lockdown dell’anno scorso – spiega Elisa Gobbetti, fisioterapista di Eom Italia–. Gli atleti, a causa del lungo stop, avevano avuto parecchi problemi di salute, ma dall’estate scorsa abbiamo lavorato sodo e i risultati si vedono. Federico Falco aveva anche subito un infortunio alla gamba, ma ha recuperato molto bene. Michela soffriva per il tunnel carpale, ma le continue sedute di fisioterapia a cui si è sottoposta l’hanno portata a un livello di benessere molto buono e a recuperi più veloci. Ora ci sarà un mese di full immersion per rifinire la preparazione. Sono sicura che qualche medaglia la porteremo a casa”.

Per Michela Brunelli, 47 anni di Bussolengo, ottava in classe 3, quella di Tokyo sarà la quarta partecipazione a cinque cerchi dopo Pechino, Londra e Rio: “Mi sento pronta e carica – dice -. Sto ultimando la preparazione, poi il 18 agosto prenderò l’aereo. Io giocherò il 25. Saremo 16 atlete, divise in cinque gironi: ne passano due e poi si andrà a eliminazione diretta. L’Oriente mi porta fortuna: nell’individuale a Pechino arrivai quarta nel singolo e agguantai l’argento a squadre con Giada Rossi. Abbiamo un grande feeling, siamo una squadra forte e riproveremo a prendere una medaglia. Chi temo? La svedese Anna-Carin Ahlquist, prima al mondo nella mia categoria, ma anche le cinesi e le coreane. La vera incognita sarà giocare a porte chiuse a causa delle restrizioni dovute alla pandemia. Però confido che andrà tutto bene e che sapremo trovare la carica anche senza pubblico. Arcigli, in nove anni, ci ha portato ad altissimi livelli e con Eom abbiamo fatto un grande lavoro sulle articolazioni e sui muscoli, che sono sempre in tensione. Non so se questa sarà l’ultima Olimpiade. Di sicuro se andrò a medaglia non mi fermerò: avrò ancora più fame”.

Federico Falco, 27 anni, vive a Verona ed è il futuro della federazione. Ottavo in classe 1, vanta un oro ai Mondiali e un argento e due bronzi agli Europei. “Questa sarà la mia prima Olimpiade e ogni giorno che passa salgono l’emozione e la felicità – riferisce -. Sono molto carico e in un buon stato di forma grazie agli allenamenti costanti e spero di confermarmi nelle partite. Non parto da favorito, ma farò di tutto per mettere i bastoni nelle ruote a gente che ha molta più esperienza di me, come i coreani. Con il mio compagno di squadra Andrea Borgato abbiamo vinto l’oro a squadre ai Mondiali, ma quest’anno sarà più dura perché la nostra categoria sarà accorpata alla classe di disabilità 2 e quindi incontreremo atleti con una maggiore capacità di movimenti. Però partiamo liberi di testa e daremo il cento per cento per salire sul podio”.

Un po’ di rammarico per il giovane Federico Crosara, di Verona, arrivato a un passo dalla qualificazione, sia con il ranking di marzo 2020 che con il torneo a Lasko, nel quale ha perso nel finale una partita tiratissima. Ma tra un anno ci saranno i Mondiali, poi gli Europei e nel 2024 le Paralimpiadi a Parigi. C’è tempo per rifarsi.

Scritto da: Laura Lorenzini